

II. Tempra
Un legame con il territorio che perpetua da secoli
Nel 1800 i componenti del ramo dei Falletti di Rodello, La Morra, Serralunga e Borgomale permutarono parte delle loro proprietà collinari con altre proprietà nella irrigua e fertile pianura che si estende fra Savigliano e Saluzzo; mantennero nell’albese alcuni possedimenti perché erano facilmente coltivabili, mentre per le loro mense, gelosamente serbarono il MONFALLETTO da essi reputato il loro più pregiato fondo a vocazione viticola.
Il vino ivi prodotto serviva la mensa dei proprietari, degli abitanti del luogo e molto probabilmente era venduto a consumatori dei paesi circostanti. Le prime vinificazioni volte ad una vendita in zone più ampie avvennero verso il 1830-1840 ad opera di Giacinto Massimiliano Falletti e furono proseguite da suo figlio Costanzo e soprattutto dalla di lui vedova Eulalia Dalla Chiesa di Cervignasco. Essa ampliò vigneti e cantine, ed incrementò le vendite pur sempre modeste perché avvenivano nel ristretto limite dei domini di casa Savoia o poco oltre. L’opera fu proseguita dall’unica figlia Luisa Falletti.
La proprietà dei Falletti di La Morra passa ai Cordero di Montezemolo.
La Contessa Luisa Falletti partorì oltre ad un figlio (morto fanciullo) due figlie. Una di queste, Maria Lydia, sposò nel 1918 il Tenente di Vascello della Reale Marina Italiana Paolo Cordero di Montezemolo, ed essi, a loro volta, ebbero un unico figlio (1920) anch’egli di nome Paolo. La sorte volle che i due giovani genitori morirono nel giro di poco tempo. Pertanto, alla scomparsa di Maria Lydia, le proprietà spettanti ad essa passarono direttamente al figlio Paolo, che crebbe sotto le ali della nonna Luisa Falletti. Con la morte di Luisa, avvenuta nel 1941, terminò la dinastia dei Falletti di La Morra e suo nipote Paolo rimase, all’età di 21 anni, unico erede; la passione per il colle del Monfalletto però perpetuò e pulsò ancor più forte nelle sue vene infatti, già da giovanissimo, coadiuvava la nonna nella gestione del fondo con spirito attento e desideroso di conoscere e di migliorare le sue terre che, proprio negli anni avvenire, conobbero importanti opere di riqualificazione ancora oggi presenti.
La famiglia Cordero di Montezemolo è originaria di Mondovì. Si deve a Baldassare la nascita e lo sviluppo dell’arte grafica negli stati sabaudi; nel 1472 insieme ad Antonio Mathias di Anversa pubblicò due edizioni dell’opera di S.Antonio “De Istitutione Confessorum” che furono le prime due stampe realizzate in Piemonte. La famiglia dei Marchesi Cordero di Montezemolo è una delle più numerose famiglie aristocratiche piemontesi e molteplici furono i Montezemolo che, in passato, quali militari e diplomatici si distinsero per devozione e fedeltà alla allora regnante Casa di Savoia; il motto della famiglia “Honneur et Fidélité” ricorda questo loro costante impegno.
Ancora oggi, sotto la guida di Elena ed Alberto Cordero di Montezemolo, dopo 19 generazioni, la tradizione di famiglia continua ad impegnarsi per questa terra al fine di garantire e donare alla futura generazione i medesimi valori di cui va fiera.